BIOCAPACITA' La Biocapacità è l'insieme dei servizi ecologici erogati dagli ecosistemi locali, stimata attraverso la quantificazione della superficie dei terreni ecologicamente produttivi che sono presenti all'interno della regione in esame. E' quindi la capacità di un ecosistema naturale di produrre risorse, riutilizzare e smaltire rifiuti generate dall'uomo.
CAPITALE NATURALE Lo stock di risorse ecologiche che produce beni e servizi in maniera continuativa, definendo l'insieme di tutti i materiali grezzi e dei cicli naturali della Terra. Le principali funzioni comprendono la produzione di risorse (come pesce, legno e cereali), l'assimilazione di rifiuti (come l'assorbimento di anidride carbonica e la decomposizione dei liquami) e i servizi che supportano la vita (come la protezione dai raggi UV, la biodiversità, la purificazione delle acque e la stabilità climatica).
CARBON FOOTPRINT La carbon footprint (impronta di carbonio) è una misura che esprime il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, ad un'organizzazione o ad un servizio. La quantificazione è collegata alla stima dei gas ad effetto serra espressi dal Protocollo di Kyoto (anidride carbonica, CO2, metano, CH4, protossido d'azoto, N2O, idrofluorocarburi, HFCs, esafluoruro di zolfo, SF6, per fluorocarburi, PFCs), ciascuno dei quali viene poi ponderato per il suo contributo all'aumento dell'effetto gas serra (cioè il suo Global Warming Potential – GWP "potere climalterante") rispetto a quello della CO2 convenzionalmente posto pari a 1. Il valore ponderato viene quindi espresso in termini di CO2 equivalente (CO2eq) Nell'ambito degli studi di Impronta Ecologica, la Carbon Fotprint è sinonimo di richiesta di terreno per l'assorbimento della CO2.
CLIMATE DECLARATION Strumento di rendicontazione e di comunicazione delle performance ambientali aziendali in merito alle proprie emissioni di gas ad effetto serra. Generalmente utilizzato nella redazione dell'EDP.
DEBITO ECOLOGICO È la somma di tutti i deficit ecologici annuali.
DEFICIT ECOLOGICO Differenza tra la biocapacità e l'impronta ecologica per una determinate area. Accade quando l'impronta ecologica di una popolazione o di un'attività è superiore alla biocapacità dell'area sulla quale la popolazione o l'attività stesse insistono. Se comparato al pianeta terra di parla di Overshoot.
Viceversa, si ha un surplus quando la biocapacità di una regione supera l'Impronta Ecologica della popolazione residente in quella regione. Se c'è un deficit ecologico di una regione o di una nazione significa che la popolazione che vi risiede sta o importando biocapacità attraverso il commercio o depauperando le proprie riserve ecologiche. Di contro, il deficit ecologico a livello globale non può essere compensato attraverso il commercio e pertanto è un vero e proprio sovraccarico.
DICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO - EPD (ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION) Strumento che mira a migliorare la comunicazione ambientale fra aziende (business to business) e tra aziende e consumatori (business to consumers). L'EPD deriva dalle norme della serie ISO14020, si basa sulla metodologia LCA e offre alle aziende la possibilità di comunicare le proprie strategie e l'impegno ad orientare la produzione nel rispetto dell'ambiente valorizzando il prodotto stesso.
ECOLABEL L'Ecolabel è uno strumento ad adesione volontaria di certificazione ambientale per i prodotti e i servizi valevole a livello europeo. Nasce nel 1992 con l'adozione del Regolamento europeo n. 880/92 ed è aggiornato con il nuovo Regolamento n. 1980 del 17 luglio 2000. Il marchio viene rilasciato se il prodotto o il servizio rispettano determinati criteri ecologici e prestazionali stabiliti a livello europeo che ne attestano un ridotto impatto ambientale. I criteri sono periodicamente sottoposti a revisione e resi più restrittivi, in modo da favorire il miglioramento continuo della qualità ambientale dei prodotti e servizi. Attualmente possono richiedere l'Ecolabel europeo 23 gruppi di prodotti/servizi: calzature, tessili, lampadine, materassi, frigoriferi, detersivi (per lavastoviglie, per bucato, per stoviglie, multiuso e per sanitari), lavastoviglie e lavatrici, carta per copie, ammendanti, personal computer, carta per uso domestico, pitture e vernici, piastrelle, lubrificanti e i servizi di ricettività turistica e di campeggio. Sono in corso di definizione i criteri per i mobili e la carta stampata.
EMAS Il Sistema di ecogestione ed audit (Eco-Management and Audit Scheme = EMAS) è un sistema ad adesione volontaria per le imprese e le organizzazioni utile a quantificare e gestire l'impatto ambientale di una organizzazione ed ha come prerequisito di accesso il rispetto della normativa ambientale applicabile. EMAS è stato lanciato nel 1993 ed è stato sottoposto a revisione nel 2001. Una volta completati i processi di convalida e di registrazione, l'impresa o l'organizzazione che ha superato positivamente l'intero processo può riportare il logo EMAS che contraddistingue in Europa gli aderenti allo schema.
ENVIRONMENTAL FOOTPRINT E' strettamente correlata all'impronta di carbonio, ma considera più impatti unitamente. L'impronta ambientale di un prodotto può essere definita come misura assoluta di tutti gli impatti ambientali lungo l'intero ciclo di vita di un prodotto (processo o servizio) in una specifica applicazione.
GREEN PUBLIC PROCUREMENT - GPP Il Green Procurement è un sistema di acquisti di prodotti e servizi da preferirsi perché più sostenibili, cioè "quei prodotti e servizi che hanno un minore, ovvero un ridotto, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo". La pratica del Green Public Procurement - GPP consiste nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi. E' uno strumento promosso dall'unione europea attraverso il "Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti" e normato a livello nazionale dal decreto 8 maggio 2003 n. 203.
IMPATTO AMBIENTALE Qualsiasi cambio ambientale, sia esso avverso o benefico, derivante totalmente o parzialmente da un'attività di un'oraganizzazione, prodotto o servizio. (EMAS)
IMPRONTA ECOLOGICA - ECOLOGICAL FOOTPRINT Superficie di sistemi ecologici produttivi (foreste, pascoli, terre agricole, acque marine) necessaria ad una popolazione o da un'attività per produrre tutte le risorse utilizzate e per assorbire tutti i rifiuti prodotti. L'Impronta Ecologica è misurata in ettari globali (gha) ed è spesso abbreviata con il termine Impronta (e non impronta). L'impronta ecologica è quindi un indicatore utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità dell'ambiente di rigenerare le risorse stesse. Si considera l'utilizzo di sei categorie principali di territorio: • terreno per l'energia: superficie necessaria per assorbire l'anidride carbonica prodotta dall'utilizzo di combustibili fossili; • terreno agricolo: superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni (iuta, tabacco, ecc.); • pascoli: superficie destinata all'allevamento; • foreste: superficie destinata alla produzione di legname; • superficie edificata: superficie dedicata agli insediamenti abitativi, agli impianti industriali, alle aree per servizi, alle vie di comunicazione; • mare: superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca.
IMPRONTA IDRICA - WATER FOOTPRINT L'impronta idrica è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d'acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo. L'impronta idrica può essere riferita ad un singolo individuo, ad una comunità o ad un'azienda, include sia l'uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore. Il computo globale dell'impronta idrica è dato dalla somma di tre componenti: • Acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali. È la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi; • Acqua verde: è il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all'acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo; • Acqua grigia: rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.
L'impronta idrica si sviluppa in tre fasi: • quantificazione e localizzazione dell'impronta idrica di un prodotto o di un processo nel periodo di riferimento; • valutazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell'impronta idrica; • individuazione delle strategie di riduzione della stessa.
LCA – ANALISI CICLO DI VITA L'analisi del ciclo di vita, traduzione italiana di Life Cycle Assessment (LCA), è un metodo nato per aiutare a quantificare, interpretare e valutare gli impatti ambientali di uno specifico prodotto, servizio o attività, durante l'intero arco della sua vita. La valutazione include l'intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo: l'estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l'uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale. Per questa ragione si dice che LCA redige una lista di tutti i flussi in entrata e in uscita di un prodotto "dalla culla alla tomba". Il riferimento normativo internazionale per l'esecuzione degli studi di LCA è rappresentato dalle norme ISO della serie 14040. Inoltre i principali strumenti di certificazione ambientale di prodotto fanno riferimento all'LCA così come, a livello europeo, la certificazione Ecolaber e l' Integrated Product Policy.
La metodologia LCA si articola in quattro fasi principali: • la definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione dello studio di LCA; • la compilazione di un inventario completo dei flussi in ingresso (materiali, energia, risorse naturali) e in uscita (emissioni, rifiuti, ecc.) del sistema definito; • la valutazione dei potenziali impatti ambientali associati a questi flussi e della loro significatività; • l'analisi dei risultati delle due fasi precedenti e la definizione delle possibili linee di intervento.
LIFE CYCLE THINKING Approccio che segue le linee guida dettate dall'LCA diventando quindi un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività.
PERFORMANCE AMBIENTALE Risultato misurabile di una gestione di un'organizzazione o dei suoi aspetti ambientali. (EMAS)
POLITICA INTEGRATA DEI PRODOTTI - IPP La politica integrata dei prodotti (IPP) è parte integrante della strategia comunitaria per lo sviluppo sostenibile. Le linee strategiche, sviluppate in collaborazione con le imprese e i soggetti interessati, sono contenute nella Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del 18.6.03 (COM(2003) 302 definitivo). L'approccio IPP, si basa su cinque principi generali: • considerazione del ciclo di vita (life-cycle thinking) dei prodotti; • collaborazione con il mercato (introduzione di incentivi per orientare il mercato verso soluzioni più sostenibili: in particolare, incoraggiando la domanda e l'offerta di prodotti più ecologici e premiando le imprese più innovative e impegnate a promuovere lo sviluppo sostenibile); • coinvolgimento delle parti interessate (incoraggiare tutti coloro che entrano in contatto con il prodotto - le industrie, i consumatori e le autorità pubbliche - ad intervenire nell'ambito della propria sfera di influenza, promuovendo la cooperazione tra le varie parti interessate); • miglioramento continuo (ciascuna impresa può stabilire i miglioramenti in relazione al loro rapporto costo - efficacia); • molteplicità degli strumenti di azione (non si tratta di creare nuovi strumenti, ma di attivare in modo efficace quelli già esistenti, dagli strumenti volontari a quelli normativi, dagli interventi su scala locale fino alle azioni a livello internazionale).
SOCIAL FOOTPRINT La Social Footprint ha lo scopo di valutare l'impatto etico-sciale di un prodotto, processo o servizio secondo l'approccio del life cycle thinking. La Social Footprint (SFP) è caratterizzata da due serie di indicatori: obbligatori (genere e livello istruzione degli impiegati, attività di produzione e di processo, dimensioni dell'organizzazione, anno di costruzione, mappatura filiera, progetti sociali, impiegati e partner coinvolti, certificazioni sociali e accuratezza) e volontari (anzianità di servizio degli impiegati, nazionalità degli impiegati, origine materie prime). La SFP è la prima certificazione sociale che ha come scopo quello di coinvolgere e comunicare al consumatore gli aspetti sociali della filiera di un prodotto o di un'organizzazione.
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